curiosità stroriche padovane  1°

ACHILLE DE ZIGNO
1846-1848 e 1848-1856
Podestà di Padova

La vita pubblica
Di famiglia agiata, Achille De Zigno non seguì alcun percorso scolastico e universitario, ma venne educato da tutori privati. Compì numerosi e prolungati viaggi all'estero, che gli permisero di vantare un'approfondita conoscenza delle principali lingue straniere. Fin da giovanissimo si appassionò alle scienze naturali, agevolato da incontri e confronti con alcuni esponenti del panorama scientifico veneto, fra i quali Tomaso Antonio Catullo, del quale poi, però, avrebbe criticato in modo fondato le identificazioni di fossili.

Rivestì importanti incarichi diplomatici e politico-amministrativi - fu podestà di Padova per un decennio (1846-1856), per poi essere eletto deputato della Congregazione Centrale, quindi sedere al Consiglio dell'Impero austriaco, in rappresentanza delle province venete, dal 1860 al 1866 e, infine, sindaco di Vigodarzere dal 1872 al 1885 - a seguito dei quali fu insignito del titolo di barone dell'Impero austriaco (1857) e di numerose onorificenze, quali i cavalierati della Corona ferrea e, dopo l'annessione al Regno d'Italia, del Merito civile di Savoia.

Socio dell'Accademia dei Lincei, dell'Accademia Nazionale delle Scienze e dell'Accademia delle Scienze di Torino, il barone De Zigno fu presidente dell'Accademia Galileiana nel 1871, dell'Istituto veneto di scienze, lettere ed arti nel biennio 1876-78 e della Società Geologica Italiana nel 1885.

L'attività scientifica
Si occupò, inizialmente, di botanica, studiando in particolare le piante crittogamiche e le alghe. Il suo intento era quello di confutare le tesi, allora ancora invalse, sulla generazione spontanea del naturalista francese Jean Baptiste Bory de Saint-Vincent. Tuttavia, a causa di una diminuzione della vista, spostò presto i propri interessi nel campo della geologia, con particolare riferimento alla stratigrafia del Veneto, per procedere a datazioni fissate in base allo studio comparato dei fossili. Verso la metà del XIX secolo, invece, si occupò di paleontologia, disciplina che gli permise di riprendere lo studio della botanica. Non è un caso che la Flora fossilis formationis oolithicae, la sua principale opera, pubblicata in fascicoli e poi raggruppata in due volumi (il primo si occupava delle specie di cotiledoni, mentre il secondo era riservato alle monocotiledoni), rappresentasse di fatto un manuale di paleobotanica.

Il suo Catalogo ragionato (1874) dei fossili del calcare eocenico provenienti dai monti Bolca e Postale (1874), dove prelevò numeroso materiale fossile di vertebrati e pesci, si appalesava come lo studio più autorevole sul tema. Tali reperti impreziosirono, peraltro, le sue collezioni di fossili oolitici. Queste, alla morte di Zigno, furono acquistate, unitamente alla sua biblioteca, da Giovanni Omboni, il quale ne compilò i relativi cataloghi, censendo 10818 pezzi, e le donò all'Università di Padova, dove tuttora permangono.

https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/4/47/Achille_De_Zigno.jpg/220px-Achille_De_Zigno.jpg

 

 

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